Clarissa Mucci si è formata all’Accademia Nazionale di Danza. I suoi maestri sono stati Maestro Zarko Prebil per la danza classica e Jean Cebron per la danza contemporanea. Approfondisce i suoi studi frequentando corsi di perfezionamento tenuti dai più stimati Maestri della danza classica (citiamo fra tutti Irina Trofimova Derek Deane e Elisabetta Terabust). Ha danzato in qualità di solista i balletti di repertorio prodotti dall’Accademia Nazionale di danza e curati dal M.Zarko Prebil. Dal 1981 insegna tecnica accademica presso l’Accademia Nazionale di Danza e dal 1988 al 1991 ha avuto l’incarico della cattedra di repertorio e assistente alla coreografia. Nel 2001 è stata invitata come insegnante ospite al Ballet du Capitole di Toulouse diretto da Nanette Glushak. Nel 2000 è Maître de Ballet ospite al Teatro San Carlo di Napoli, incarico che manterrà fino al 2006. Dal 2005 al 2008 è Maître de ballet ospite al Teatro dell’Opera di Roma. Nel settembre 2007 e 2008 viene invitata come insegnante ospite presso la Compagnia Teatro alla Scala diretto dalla Sig.Elisabetta Terabust. E’ Maestro ospite al Concorso Internazionale di Danza”Città di Spoleto” diretto dal M.Alberto Testa.
Ha formato allievi più volte premiati in importanti concorsi di danza in tutto il mondo, che oggi militano nei corpi di ballo di prestigiose compagnie italiane e internazionali; ricordiamo tra gli altri Giuseppe Picone, Riccardo Massimi, Antonio Guadagno, Fabrizio Pezzoni, Walter Matteini, LivioPanieri, Francesco Volpe, Fethon Miozzi, Marco Di Giulio, Eva Lombardo, Sara Loro, Sara San Camillo, Fabio Grossi e molti altri.
Dice Clarissa Mucci in un’intervista: “Quando insegno non interpreto un ruolo, quello dell’insegnante: mi propongo per ciò che sono. (…) L’allievo non è un burattino cui far muovere passi di danza tirando i fili. E’ un uomo o una donna, fatti della loro complessità, carattere, passioni, vita, che non può rimanere esclusa dalla mia valutazione e conoscenza globale dell’individuo.
Dice ancora Clarissa Mucci: “L’insegnante deve saper ascoltare e il ballerino saper esprimere. Quest’ultimo avrà finito di imparare nel momento in cui saprà eseguire un ottimo battement tendu. Peccato solo che, a chi va bene, occorre il tempo di una vita intera per arrivarci!”