Certficato medico, circolare Coni. E la danza?

di Oscar Bonavena

imbarazzFinalmente il Coni si è espresso a proposito di certificazione sanitaria per attività sportiva non agonistica. Doveva farlo entro il 31 ottobre 2015 su richiesta del Ministero della Salute ma poi il termine è stato differito al 31 maggio 2016.

Per chi, come noi, ha avuto la pazienza di aspettare, finalmente una schiarita sulla nebulosa questione di quali sono le attività che il Coni, con il parere favorevole e definitivo del Ministero della Salute, ritiene debbano essere esonerate dal produrre certificato medico per essere praticate. Scopriamo infatti che le attività che hanno l’obbligo della certificazione sanitaria sono sostanzialmente… quelle di prima! Cioè hanno l’obbligo di produrre certificato medico tutte le persone “…che svolgono attività sportive regolamentate” organizzate dal Coni e da società e associazioni affiliate a Federazioni Sportive Nazionali, Discipline Sportive Associate e ad Enti di Promozione Sportiva.

Il Coni però ci informa che può essere esonerato dal produrre certificato medico per attività sportiva, oltre chi non pratica alcuna attività sportiva (!), chi pratica attività (presumibilmente ritenute a basso impatto cardiovascolare) quali il bridge, la dama, la pesca con la canna e tante altre “il cui impegno fisico sia evidentemente minimo“. E LA DANZA?

Ora, premesso che vanno salutate con piacere tutte le iniziative e le norme che tutelano la salute della persona, chi ci spiega se la danza ha un impegno fisico evidentemente minimo, medio o massimo?

La quasi totalità delle scuole di danza sono costituite come associazione sportiva dilettantistica e quindi affiliate ad un Ente di Promozione Sportiva. Chi studia danza in una scuola privata quindi svolge sicuramente un’attività regolamentata, ed è innegabile che talvolta è richiesto un impegno fisico non indifferente. Ma possiamo far rientrare “nell’alveo della categoria” esonerata le bambine e i bambini di quattro o cinque anni che fanno propedeutica, o dobbiamo lasciare la questione all’interpretazione delle compagnie assicuratrici (che a fronte di una liquidazione di un sinistro per prima cosa verificano se l’assicurato è in regola con le norme sulla tutela sanitaria)?

Infine il Coni, molto sensibile e attento alla salute dei cittadini che praticano attività fisiche di ogni genere, “…raccomanda, in ogni caso, un controllo medico prima dell’inizio dell’attività…“, lasciando quindi a chi organizza le attività e accoglie chi le pratica la responsabilità non solo civile e penale, ma ora anche morale del certificato medico.

Scarica la circolare del CONI

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